lunedì 29 agosto 2011

Fabrizio Mori, un cuore oltre gli ostacoli

Fabrizio Mori



Dieci barriere da 91 centimetri. Un giro di pista. Un giro della morte, in cui misurare i passi, mescolare tecnica e velocità, sprint e resistenza. Sono i 400 ostacoli, disciplina in cui l’Italia ha saputo scrivere una lunga storia di successi.

A cominciare da Luigi Facelli, ideale iniziatore della tradizione azzurra della specialità, due volte finalista olimpico, sesto ad Amsterdam ‘28 e quinto quattro anni dopo a Los Angeles. Vale la pena raccontare, brevemente, la storia e le motivazioni del pioniere dei 400 ostacoli: lo facciamo con le sue stesse parole, tratte dal Littoriale della Domenica del 17 maggio 1942.

venerdì 26 agosto 2011

1999: il viaggio di Azzurra

Sedici anni tra la prima e l’ultima volta. Sedici anni di attesa tra i due titoli europei nella storia del basket azzurro. Sedici anni da Nantes ‘83 a Parigi ‘99. Sempre in Francia, sempre con la Spagna in finale, sempre con un Meneghin in campo. Andrea aveva 8 anni mentre il padre Dino vinceva il primo oro continentale: portò la medaglia come regalo per la prima comunione del figlio.

Il primo trionfo lascio che sia Sfide a raccontarlo.



La nostra macchina del tempo si ferma ad Antibes. È il 21 giugno 1999. Il viaggio di Azzurra all’ultimo Europeo del millennio comincia qui.

martedì 9 agosto 2011

Donato Bergamini, il calciatore suicidato



Chi era davvero Donato “Denis” Bergamini? E soprattutto, perché è morto? Domande che, dopo 22 anni, ancora non hanno trovato una risposta. Centrocampista di Argenta bello e di talento, da cinque anni giocava a Cosenza, in serie B. È una mezzala sinistra, che copre e costruisce, ma che soprattutto ha polmoni d’acciaio e fiato da vendere, qualità che contano più della tecnica nel calcio di provincia. Esordisce tra i dilettanti emiliani, prima all’Imola, poi al Russi.

Nel 1985 il Cosenza, squadra ambiziosa che sogna di tornare in B dopo 20 anni si accorge di lui. E nel 1988 festeggia davvero la promozione. È il glorioso Cosenza di Gianni di Marzio, in cui Bergamini dà il meglio di sé. Sull’asse Bergamini-Padovano si muovono i sogni di una città per cui la serie A non è più un miraggio. È la stagione più bella nella storia del club, la promozione sfuma solo per la classifica avulsa. In estate il Parma fa di tutto per ingaggiare Bergamini, ma la società rossoblu lo dichiara incedibile e lo conferma per un’altra stagione. L’ultima.

lunedì 1 agosto 2011

We are Genoa: 1992, la conquista di Anfield



C’è l’aria dell’esame di maturità e l’atmosfera della corrida. Le bandiere delle Asturie si confondono con quelle rossoblù in un pomeriggio di settembre a Oviedo. La città aspetta l’evento dell’anno, la conclusione della festa di San Matteo, con i migliori tori e toreri di Spagna in piazza. Ma per il Genoa quello è un giorno speciale per un altra ragione. È il debutto in Europa, almeno quella moderna. I precedenti, infatti, si perdono nel bianco e nero dei filmati dell’Istituto Luce, nella sconfitta a Praga contro lo Slavia nella Coppa dell’Europa centrale. L’avversario non è dei più conosciuti, e questo al tecnico Bagnoli piace: così dobbiamo contare solo su noi stessi, dice. In realtà qualcosa sa: da due settimane, infatti, il suo braccio destro Maddè è a Oviedo per studiare una squadra che due anni prima giocava in serie B e alla vigilia della sfida è quarta in classifica. Cinque punti in tre partite, zero gol subiti e un successo a Barcellona sull’Espanyol lo score. L’allenatore degli asturiani, Irureta, come Bagnoli unisce saggezza e aggressività. Schiera un 5-3-2 roccioso, con Carlos e il romeno ex Fiorentina Lacatus di punta.