sabato 26 maggio 2012

La Valigia dello Sport diventa un libro


Seconda parte della vita di questo blog. Lo spartiacque è l'uscita del mio primo libro (edizioni Effepi Libri)


La storia del secolo breve riletta attraverso le imprese, i personaggi, le storie dello sport. E' l'obiettivo certo ambizioso di questa raccolta antologica, e dunque senza pretesa di esaustività, che costruisce una controstoria del Novecento. Ogni storia è un punto di vista, un'epifania, che racchiude una Weltanschauung, lo spirito di un tempo e di un periodo storico, cui guardare attraverso la lente e il punto di vista dello sport.


Queste le storie contenute nel libro:

Calcio e fascismo: l'evoluzione del gioco più bello del mondo durante il Ventennio e la figura di Vittorio Pozzo, raccontata attraverso la vittoria più genuina e forse meno celebrata, l'oro olimpico di Berlino '36;

Il combattimento del secolo: la genesi e gli inizi del nazismo letti attraverso la figura di Max Schmeling, che Goebbels avrebbe voluto trasformare nell'ambasciatore di un'immagine vincente del Reich, e dei suoi match leggendari con il campione di colore Joe Louis;

Cartavelina, il campione che non volle salutare il Fuhrer: l'ideale trilogia sulle grandi dittature si chiude con la storia tragica del campione austriaco di calcio Mathias Sindelar;

Le Olimpiadi del '56 tra Guerra Fredda e rivoluzione d'Ungheria: l'eco della rivolta studentesca di Budapest e della sanguinosa repressione sovietica arriva fino a Melboune. Urss-Ungheria è la semifinale del torneo maschile di pallanuoto e sarà per sempre etichettata come "Blood in the water";

L'amore al tempo della Guerra Fredda: nella stessa Olimpiade matura l'amore tra la discobola cecoslovacca Olga Fikotova e il martellista statunitense Harold Connolly. L'unione ideale tra comunismo e capitalismo, fortemente osteggiato dal regime di Praga;

This is the story of the "Hurricane": dietro le quinte del film con Denzel Washington per ricostruire la vicenda processuale di Rubin Carter, che testimonia uno spaccato del razzismo dell'America profonda degli anni Sessanta;

La diplomazia del ping-pong: ai Mondiali di Nagoya del 1971 la squadra maschile Usa esce presto dal torneo ma cambia per sempre la storia dei rapporti diplomatici tra Stati Uniti e Cina;

La prima volta non si scorda mai: il racconto dei tre secondi che cambiano il mondo, quelli rigiocati tre volte che hanno deciso la finale olimpica di Monaco '72 tra Usa e Urss;

Il sapore della vittoria: ancora il razzismo protagonista in un'impresa simbolica di riscatto e di esempio, il trionfo di Arthur Ashe a Wimbledon nel 1975;

Il gol che fa cadere il Muro: la rete di Sparwasser decide per la Germania Est il Bruder-Duell, il derby con i tedeschi occidentali ai Mondiali del 1974;

Eigendorf, una morte scomoda: le difficoltà di un popolo diviso dal Muro di Berlino nella tragedia di Lutz Eigendorf, promessa tedesco-orientale che fugge in Occidente, viene spiato dalla Stasi e muore in circostanze ancora non chiarite;

La maglietta rossa: la prima di due storie sulle dittature sudamericane degli anni Settanta. Panatta e quella maglietta polemica per la Coppa Davis vinta, dopo mille polemiche interne, nel Cile di Pinochet;

Il Mondiale dei generali: l'Argentina nasconde i desaparecidos e la povertà, e la giunta militare di Videla celebra il trionfo mondiale del 1978;

I boicottaggi Olimpici: un decennio di Guerra Fredda visto attraverso i boicottaggi di Los Angeles 1980 e Mosca 1984 e i tentativi di disgelo portati avanti dal magnate Ted Turner, inventore dei Goodwill Games;

La Mano de Dios: c'è il gol di mano e la rete forse più bella di sempre, c'è la sintesi di Maradona in Argentina-Inghilterra a Messico '86, una partita che è sintesi di una rivalità antica, ravvivata dal ricordo della guerra delle Malvine;

La vera storia di “Invictus”: Mandela e Pienaar mettono le basi per la nascita della Rainbow Nation, il Sudafrica, grazie alla vittoria nel Mondiale di rugby 1995 che cancella l'immagine degli Springboks come la nazionale degli Afrikaner;

La battaglia delle fedi: non è solo il combattimento per il titolo mondiale dei pesi leggeri. E' un confronto altamente simbolico tra Amir Khan, britannico musulmano di famiglia pakistana, e Dmitry Salita, ebreo di origine russa che dopo la morte della madre combatte con la stella di David sui guantoni e mette la religione prima dello sport;

La seconda guerra del football: la storia lascia spazio alla cronaca per raccontare uno spaccato d'Africa, quello che emerge dagli incidenti e dalle contestazioni, dall'intensa partecipazione prima, durante e dopo Egitto-Algeria, spareggio che vale la qualificazione a Sudafrica 2010.

1 commento:

  1. Gli argomenti mi hanno invogliato parecchio, adesso non mi resta che recuperarlo e leggerlo!
    Complimenti!

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